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Quasi interamente compresi nel territorio storico dell’antico marchesato di origine aleramica, sono i confini del Monferrato che vi andremo a raccontare. Aleramo, fiero e coraggioso condottiero, unificò e governò per primo il Monferrato dal 967 al 991. Da lui discendono molte dinastie feudali liguri e piemontesi e a partire dalla leggenda che lo vede protagonista inizia la storia monferrina.

La leggenda

Vuole la leggenda, di cui fa menzione anche Giosuè Carducci nel suo “Cavalleria e Umanesimo”, che il marchese Aleramo nacque nell’abbazia di Santa Giustina a Sezzadio, vicino Acqui Terme. Rimasto orfano, Aleramo entrò nell’esercito imperiale al servizio dell’imperatore Ottone I. Conosciuta Alasia, figlia dell’Imperatore, i due si innamorarono. Temendo un rifiuto di sua maestà al matrimonio, Aleramo e Alasia scapparono nelle terre natali di Aleramo che, non potendo fare a meno di combattere, rientrò nell’esercito.
L’imperatore Ottone, venuto a conoscenza di tutta la vicenda, volle incontrare il coraggioso Aleramo e,  perdonati i due amanti, promise loro tante terre quante Aleramo fosse riuscito a percorrerne cavalcando. Aleramo cavalcò senza sosta per tre giorni e tre notti, dall’entroterra savonese al Chiavassese (siamo nel 960).
Nacque così il Monferrato, il cui nome, come vuole la leggenda, deriva da mun (mattone) e da frà (ferrare), ovvero i mattoni utilizzati per ferrare i cavalli che Aleramo, come prova di aver percorso tali territori, aveva gettato dietro di sé.
Ma a prescindere da quale sia la sua vera storia, la vita affascinante di Aleramo lo rende un personaggio misterioso e avvincente. Ed è proprio il Monferrato compreso entro i confini di quella che fu la sua gloriosa cavalcata d’amore che vi andremo a disvelare.